
Antonella Brunello: una Bassanese in Europa
La dott.ssa Antonella Brunello, dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCSS
Una Bassanese in Europa
L’oncologa dello IOV è stata eletta coordinatrice della Task Force sui pazienti anziani “Cancer in Elderly” dell’Organizzazione europea per la ricerca e la cura del cancro – EORTC. “Fondamentale in Oncologia è la personalizzazione delle terapie”.
È la dottoressa Antonella Brunello, oncologa dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCSS.
Specialista in sarcomi, tumori dell’osso e pazienti anziani oncologici presso l’Oncologia Medica 1 dell’Istituto, la dott.ssa Brunello aggiunge ora al suo già notevole curriculum un incarico di prestigio. È stata infatti eletta a livello europeo per guidare a Bruxelles la Task Force sui pazienti anziani “Cancer in Elderly” in seno all’Organizzazione europea per la ricerca e la cura del cancro (European Organization for Research and Treatment of Cancer – EORTC).
Laureatasi nel 2003 con una tesi sul carcinoma mammario nelle pazienti anziane e autrice e co-autrice di oltre settanta articoli scientifici su riviste e pubblicazioni internazionali, l’oncologa dello IOV è già membro attivo dell’EORTC da circa dieci anni ed è entrata in carica nelle scorse settimane per un incarico triennale che terminerà nel 2020. “Obiettivo della Task Force Cancer in Elderly – spiega la dottoressa – è quello di portare l’attenzione sulle neoplasie dell’anziano.
Purtroppo le persone di terza e quarta età vengono attualmente poco considerate all’interno degli studi clinici: gli anziani vengono arruolati raramente perché presentano un quadro clinico e personale che spesso presenta co-morbidità complesse. La scarsa partecipazione degli anziani negli studi, fa però sì che si ottengano purtroppo scarse raccomandazioni basate sull’evidenza poi applicabili nella pratica clinica e terapeutica quotidiana.”
“La Task Force che inizio a coordinare – prosegue – è un’area di lavoro trasversale che è nata oltre 20 anni fa e che vuole proprio sviluppare, condurre e coordinare la ricerca clinica con il preciso coinvolgimento di pazienti anziani per identificare i migliori percorsi terapeutici, minimizzando le tossicità e gli eventi avversi per un miglior trattamento dei singoli casi.” Da oncologa, Antonella Brunello si occupa presso lo IOV – IRCCS di sarcomi e tumori dell’osso, e dello sviluppo di progetti specificamente ideati per pazienti anziani con tumore. Negli anni ha acquisito competenze anche nelle neoplasie della mammella e dell’apparato genitourinario.
Ma la sua attenzione nei confronti delle persone anziane, e cioè della categoria di pazienti caratterizzata da una “profonda complessità e vulnerabilità”, trae origine già dagli anni universitari. Antonella Brunello è anche compnente del direttivo di GIOGER (il Gruppo italiano di Oncologia geriatrica) ed è “membro faculty” di SIOG, la Società internazionale di Oncologia geriatrica. Di recente ha vinto un finanziamento per progetto di ricerca finalizzata nazionale, messo a disposizione dal Ministero della Salute per giovani oncologi, per uno studio prospettico randomizzato per pazienti anziani con sarcoma.
Attualmente l’oncologa è coinvolta in alcuni trials che vedono lo IOV protagonista, tra i quali lo studio GIVE, che sta mettendo a confronto pazienti trattati con una pratica oncologica standard, con altri trattati a partire da un approccio di oncologia geriatrica; e lo studio CAFFE, che coinvolge pazienti anziani che non hanno specifiche vulnerabilità geriatriche e sui quali si punta a valutare in modo prospettico la sicurezza e l’efficacia di terapie sviluppate per un paziente adulto non-anziano.
La dott.ssa Vittorina Zagonel, direttore di Oncologia Medica 1 presso lo IOV – IRCSS, così commenta l’incarico europeo affidato alla specialista bassanese: “ È il riconoscimento delle competenze professionali di Antonella, legate ad una particolare attitudine e sensibilità per le persone più fragili, e del livello di attenzione e cura della persona che applichiamo sistematicamente presso lo IOV. Tutti noi sappiamo che non esiste il ‘paziente’ generico: ogni persona ha problematiche diverse e in particolare oltre una certa età è fondamentale considerare la salute complessiva della persona con il cancro, e non solo la cura del cancro.
Ritengo che il ruolo che Antonella potrà svolgere nei prossimi anni possa essere di grande importanza sia per sviluppare in una rete internazionale nuovi studi a favore di questi pazienti, che per avvicinare sempre più lo IOV agli altri centri oncologici europei.” Una sfida che pone il paziente anziano al centro dell’attenzione scientifica, e la cui rilevanza ci viene confermata anche dalla diretta interessata.
Dottoressa Brunello, da cosa è dunque motivato il suo particolare interesse per l’Oncologia geriatrica?
Fin da quando sono stata in specialità ho sempre rivolto il mio interesse, al di là delle singole patologie, verso le neoplasie dell’anziano.
Nel 2006 il primario dell’epoca di Oncologia geriatrica, il prof. Silvio Monfardini mi invitò a svolgere un percorso di formazione e di approfondimento negli Stati Uniti, al Lee Moffitt Cancer Center in Florida, con i primi pionieristici programmi di Oncologia geriatrica. Perché l’anziano? Perché i tumori nell’anziano sono estremamente rilevanti dal punto di vista epidemiologico e demografico.
In ambulatorio, la metà dei pazienti dell’oncologo sono anziani. All’importanza dell’incidenza non si accoppia tuttavia una evidenza solida di dati scientifici, perché molto studi di riferimento hanno escluso i pazienti dai 70 anni in su. Se un paziente anziano prende un farmaco e ha patologie concomitanti, non è necessariamente vero che quel farmaco non possa interferire con altri farmaci e il rischio è quello del detrimento anziché del beneficio. È un settore di ricerca estremamente importante.
Come nasce quindi il suo incarico di coordinatrice della task force “Cancer in Elderly” della EORTC?
Nasce essendomi occupata di questo tema negli USA.
Rientrata, ho perseguito il programma di Oncologia geriatrica dello IOV con un ambulatorio dedicato al paziente anziano. Una volta alla settimana faccio ambulatorio assieme al geriatra per affrontare le problematiche che si evidenziano e definire il trattamento tenendo conto delle controindicazioni. Ho svolto attività di ricerca nell’ambito dell’Oncologia geriatrica frequentando il gruppo europeo EORTC che ha sede a Bruxelles e che ha il mandato di fare ricerca no-profit, indipendente dalle aziende farmaceutiche, e quindi ricerca pura dettata dalle esigenze dei clinici.
Il gruppo di ricerca è diviso in gruppi per patologie, come il tumore alla mammella, il tumore al colon eccetera, e in gruppi trasversali che si occupano dei tumori dell’anziano ma anche della qualità di vita del paziente anziano. Il fatto che l’assemblea dell’EORTC ha deciso di eleggermi coordinatrice della task force per i prossimi tre anni, dal 2018 al 2020, significa per me il piacere ma anche la responsabilità di coordinare questo gruppo di oncologi e ricercatori europei per portare avanti gli studi sui pazienti anziani di tumore.
Qual è la nuova frontiera della ricerca in Oncologia geriatrica?
La cosa fondamentale in Oncologia è la personalizzazione delle terapie. “Personalizzare” non significa solo cercare di capire l’identità del tumore, per cui per il tumore A va bene il farmaco A. Significa anche conoscere tutto dell’ospite, e cioè del paziente. Riconoscere le caratteristiche intrinseche dell’ospite può voler dire che per il tumore A va bene il farmaco AX. Bisogna essere consapevoli dei benefici e dei rischi. C’è ad esempio un farmaco per il tumore alla mammella con grandi benefici nella cura della patologia, ma con una neurotossicità periferica che provoca formicolii nel camminare.
Se il paziente ha 50 anni, questo non è un problema. Se invece il paziente è anziano gli prolungo la vita, ma gli ho ridotto l’indipendenza. Il farmaco quindi ha migliorato l’attesa di vita, ma provoca nocumento nella qualità di vita dell’anziano. L’obiettivo di fondo della ricerca è portare a personalizzare il trattamento con lo scopo di aumentare i benefici e diminuire la tossicità, sulla base di evidenze solide che in questo momento non abbiamo.
di Alessandro Tich