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BASSANO “FULL HYBRID”

Inaugurata all’Ospedale San Bassiano la nuova sala operatoria ibrida con elettoangiografo digitale robotizzato: è la prima nel Veneto e consentirà un ulteriore sviluppo delle metodiche chirurgiche mininvasive.

Si chiama sala “ibrida”. Questo perché combina le caratteristiche di una sala operatoria con quelle di una sala angiografica, dedicata cioè all’esame radiologico dei vasi sanguigni, rendendo così possibile unire le due metodiche secondo gli standard più avanzati di intervento. Un particolare “due in uno” in campo medico-chirurgico che è la nuova dotazione di eccellenza dell’Ospedale di Bassano del Grappa, il primo nel Veneto a utilizzare una sala ibrida con queste caratteristiche, grazie alla disponibilità di apparecchiature d’avanguardia tra le quali spicca un elettroangiografo digitale robotizzato.

Lunedì 27 settembre, gran raduno di autorità al San Bassiano per l’inaugurazione, con l’intervento del governatore Luca Zaia, della nuova sala: un concentrato di alta tecnologia ospedaliera reso possibile grazie a un investimento di oltre 1,5 milioni di euro, la metà dei quali finanziati direttamente dalla Regione Veneto e l’altra metà grazie a una donazione dell’associazione E.L.I.O.S. onlus, presieduta dall’imprenditore Livio Serradura.

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Come spiegano in collegamento video dalla sala stessa i tre referenti medici della struttura (il dott. Calogero Cicero, primario di Radiologia; il dott. Diego Cognolato, primario di Chirurgia Vascolare e il dott. Marco Baiocchi, primario di Anestesia e Rianimazione), nella nuova sala potranno essere svolte procedure che prima avvenivano in parte in sala operatoria e in parte in Radiologia, ampliando ulteriormente l’utilizzo delle metodiche mininvasive sia a livello di intervento che di anestesia.

“Siamo entrati in un nuovo millennio di attività in ambito vascolare ed oncologico – afferma il dott. Cicero -.
La sala ci permette di introdurre tecniche in maniera molto precisa e molto sicura in ambito operatorio.” Per il dott. Cognolato la nuova struttura presenta “opportunità enormi per la chirurgia vascolare, in un campo estremamente innovativo”, mentre il dott. Baiocchi sottolinea “la mininvasività chirurgica che si riflette anche sull’anestesia, con una dimissione più rapida del paziente dalla sala e dal reparto che viene incontro all’abbattimento delle liste di attesa”.

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Ma cos’è, esattamente, un elettroangiografo digitale robotizzato?

“Come noto – spiega il dott. Diego Cognolato – l’angiografo consente di visualizzare i vasi sanguigni del corpo, a scopo sia diagnostico che interventistico, attraverso l’infusione di un mezzo di contrasto idrosolubile all’interno dei vasi. Normalmente gli angiografi sono fissi e dunque possono essere utilizzati solo su una porzione limitata del corpo; non solo, ma si è vincolati anche rispetto alla disposizione e ai movimenti dell’equipe attorno al paziente. Il fatto di essere robotizzato, invece, consente una grande libertà di movimento dell’apparecchiatura:
possiamo spostarla praticamente su tutto il letto del paziente e anche avvicinarla o allontanarla dal tavolo operatorio, a seconda delle esigenze. Questa versatilità non è un dettaglio, al contrario è fondamentale perché è proprio questo aspetto che ci consentirà una grande versatilità di utilizzo della nuova sala ibrida.”

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Indubbi i vantaggi anche sul piano radiologico. “Le dotazioni installate – sottolinea il dott. Calogero Cicero – rappresentano un grande salto di qualità sul piano tecnologico: basti pensare alla possibilità di fondere le immagini acquisite in precedenza mediante Tac, durante lo studio preliminare del paziente, con le immagini angiografiche. Questo consente di avere già una mappa del sistema vascolare, navigabile in tempo reale, e di utilizzare minori quantità di mezzo di contrasto rispetto ad un angiografo tradizionale.”

Con una dotazione del genere, anche l’anestesia diventa più light.  “Indubbiamente – conferma il dott. Marco Baiocchi – l’utilizzo di metodiche mininvasive si ripercuote anche sull’anestesia, che può essere meno profonda, facilitando così anche sotto questo aspetto il recupero post intervento.”

La nuova sala ibrida si contraddistingue in particolare per una straordinaria versatilità di utilizzo, come sottolinea a margine dell’inaugurazione il dott. Antonio Di Caprio, Direttore Sanitario dell’Ulss 7 Pedemontana: “Sarà utilizzata dai radiologi e dai chirurghi vascolari in primis, ma saranno svolte anche procedure da parte degli specialisti delle diverse chirurgie, creando ulteriori opportunità di collaborazione ed integrazione tra i nostri specialisti.”

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Sono davvero molte infatti le tipologie di procedure che potranno essere svolte nella nuova sala ibrida. Innanzitutto quelle tipiche della chirurgia vascolare, come il trattamento delle stenosi carotidee (restringimenti nelle arterie che portano il sangue al cervello), fondamentali per la prevenzione degli ictus; le occlusioni delle arterie degli arti inferiori, per prevenire o risolvere cancrene o situazioni di dolori agli arti e difficoltà di deambulazione legate al mancato afflusso di sangue ai tessuti degli arti; gli aneurismi, ovvero le dilatazioni dell’aorta addominale o toracica o del tratto intermedio toraco-addominale, che se non trattate possono portare alla rottura dell’aorta; oltre alle lesioni arteriose in seguito ad un grave trauma.

Allo stesso tempo, la nuova sala ibrida sarà utilizzata ampiamente anche per il trattamento dei pazienti oncologici, in particolare per le procedure che prevedono l’ablazione dei tumori al rene e al fegato mediante microonde o la loro crioablazione, entrambe procedure svolte tipicamente con l’ausilio dell’angiografo. Il tutto con un sofisticato sistema di collegamento multimediale, che può riprendere e trasmettere all’esterno, in diretta, le immagini di ogni procedura: non solo quelle dell’ambiente della sala operatoria, ma anche le immagini acquisite ed elaborate direttamente dall’angiografo.

“Bassano ha una grande tradizione in tecnologia – afferma nel suo discorso inaugurale il Direttore Generale dell’Ulss 7 Carlo Bramezza -. Oggi portiamo a termine un’operazione iniziata dalla precedente direzione, grazie al lavoro di tutti. Un milione e mezzo di investimento, per metà donato dall’associazione E.L.I.O.S. e per metà della Regione Veneto, che dimostra l’ottimo rapporto tra sanità pubblica e imprenditoria privata.”

Prima di salire al secondo piano del San Bassiano per tagliare il nastro della nuova struttura il governatore Luca Zaia prende la parola sul palco per quello che è l’intervento più atteso.

“Oggi – esordisce – inauguriamo una sala operatoria ibrida che ci permette di curare meglio i cittadini. Questa è la sintesi.” “Questo Ospedale – continua il presidente del Veneto – in passato poteva essere rappresentato come un “cadavere eccellente”. La prima sfida nel 2010 è stata quella di non chiudere gli ospedali, la seconda è stata quella di far capire che un ospedale come lo si pensa in genere non ha futuro. Non servono più letti, ma tecnologia, professionisti, casistica, deospedalizzazione. Meno si trattiene il paziente in ospedale, più efficienti siamo.”

Alessandro Tich

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