
Campionati Italiani Paraciclismo: sul podio l’amore per la vita
Intervista ai campioni di paraciclismo Alex Zanardi e Ana Maria Vitelaru
Marostica e Bassano del Grappa sono diventati per due giorni, il 22 e 23 giugno, le capitali dei campionati italiani assoluti di paraciclismo. Le appassionanti sfide al cronometro si sono svolte a Marostica su un circuito lungo 5,150 chilometri, con un aumento di quota di 31 metri. Partenze e arrivi sono stati collocati nella storica Piazza degli Scacchi. Domenica, la bella Bassano del Grappa, ha accolto le sfide su strada in un circuito di 5,530 chilometri con un aumento di quota di 22 metri. Al di là di percorsi e risultati, quello che balza agli occhi è sempre quella straordinaria forza interiore che spinge i concorrenti nelle gare. Abbiamo avvicinato due grandi campioni, Alex Zanardi e Ana Maria Vitelaru. Alex si sta preparando alla gara, ha pochissimo tempo ma ci dedica alcuni minuti dicendo da subito che non ricordava una Bassano così bella e che presto vi farà ritorno, anche senza il richiamo di una gara.
È importante andare avanti, per tutti tu sei un esempio grande. Grande tenacia, grande coraggio di amare la vita, perché la vita va amata…
Raccontata così suona molto retorica, però è vero, la vita è una, l’orologio fa tic tac poi sta a te scegliere come la vuoi vivere. La realtà è che se a distanza di tempo scopri di aver sprecato del tempo ad auto commiserarti e a dire avrei potuto ma non ho avuto quello che mi serviva, in realtà quel tempo lì è passato e più non torna. Si fa quel che si può però alle volte se hai un atteggiamento diverso, finisci per fare molto di più di quanto osavi immaginare.
Lo salutiamo e gli auguriamo una buona gara. Accanto a noi arriva Ana Maria Vitelaru 36enne, che già sapeva l’avremmo voluta intervistare. Lei abita a Reggio Emilia, è sposata, proprio con il fidanzato storico dell’epoca dell’incidente. Originaria della Romania, cittadina italiana dal 2000. A causa dell’ incidente ferroviario ha subito l’amputazione bilaterale transfemorale. Per quasi un decennio ha giocato ad alti livelli a basket in carrozzina, facendo parte anche della nazionale italiana. Da sempre attratta dal ciclismo ha iniziato ad allenarsi con l’handbike assieme al Team Obiettivo3, sognando di raggiungere ancora nuove vette sportive. La sua grandezza è stata riconferma nella due giorni vicentina, sia nella gara a cronometro che a quella in linea.
Come si arriva a cambiare mentalità a non piangersi addosso e invece a diventare campioni di paraciclismo?
Lo posso definire così. Lo sport disabilita i limiti.
Che consigli ti senti di dare a chi ha subito incidenti gravi?
Di praticare sport, fisico con preparatori giusti, perchè fatto in modo sbagliato può portare del male mentre porta tanto bene a livello psicologico e fa crescere.
E un messaggio ai genitori che devono crescere bambini?
Di non far mai morire i sogni. I sogni possono diventare obiettivi da realizzare: bisogna sempre credere in noi stessi, non mollare mai, in nulla. L’impossibile non esiste.
Quanto ti alleni per raggiungere i risultati da campionessa?
In base alle schede del mio preparatore atletico di OBIETTIVO3. In alcuni periodi mi preparo di più altri. alcuni di meno, dipende da che cosa ho in vista. A volte quasi tutti i giorni. Anche circa tre ore tenendo presente che comunque io lavoro. Dipende se mi preparo per i mondiali…
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
In questo momento della mia vita è Tokio 2020.
Se dovessimo definire con una parola la tua vita come la definiresti?
Magnifica!
di Angelica Montagna