Chiara BonanIntervista al dottor Terenzio Moschino, responsabile del reparto di Chirurgia Maxillo Facciale di Bassano del Grappa
La diffusione dei cibi spazzatura e la tendenza a scegliere alimenti meno impegnativi per l’alimentazione dei bambini può mettere a rischio la salute di denti e gengive, ma anche rendere meno forte l’organismo nel suo complesso.
Se nella dieta dei più piccoli c’è prevalenza di merendine, patatine, dolci, cibi precotti e di consistenza morbida, a scapito di frutta, verdura, cereali e fibre in generale, l’atto del “masticare” viene ridotto al minimo, bloccando la crescita della mandibola e minacciandone l’equilibrio. Non solo: se ciò che viene introdotto nell’organismo in crescita abbonda in zuccheri semplici, bevande dolci e grassi, si crea il terreno perfetto per lo sviluppo di carie e malattie parodontali. Simili abitudini non si limitano a minare l’integrità del cavo orale, ripercuotendosi sulla salute di tutti gli organi, sullo sviluppo dei tessuti in generale e sulla capacità di opporre resistenza, tanto per stare in tema con la stagione, alle più comuni malattie invernali come l’influenza e il raffreddamento.
E non solo.
A dirlo sono gli esperti: è di poche settimane fa il monito lanciato dall’ANDI, l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, che ha sottolineato come la riduzione della manducazione nei bambini e negli adolescenti comporti un aumento dei casi di malocclusione e l’incremento delle patologie cariose. Rincara la dose il Collegio Nazionale dei docenti di Odontoiatria, che nel corso del recente Expo d’autunno ha sottolineato il ruolo di un’alimentazione sbagliata, ricca di cibi zuccherini e ipercalorici, ma anche di snack salati ad alta concentrazione di carboidrati, nella proliferazione delle lesioni allo smalto.
Abbiamo verificato con il dottor Terenzio Moschino, responsabile del reparto di Chirurgia Maxillo Facciale di Bassano del Grappa, come tale considerazione sia perfettamente calabile sul territorio e riscontrabile nell’operatività quotidiana dei medici.
“Noi abbiamo osservato due fenomeni preoccupanti – spiega il dottor Moschino-. Innanzitutto, che l’estrazione dei denti del giudizio sta diventando la procedura di chirurgia orale più richiesta in assoluto nella post adolescenza, e inoltre, che negli adolescenti riscontriamo quasi sempre una notevole fragilità e sottigliezza nei tessuti gengivali”. Secondo lei quali sono le cause?
“Partendo dal primo dei due problemi, possiamo dire che la diffusa mancanza di spazio per lo sviluppo dei denti del giudizio è dovuta al fatto che la mandibola inferiore si sviluppa meno di un tempo, lasciando meno spazio all’eruzione dei denti o condizionando un’”anomala” posizione”.
Questo perché si mastica meno?
“La mandibola di bambini e ragazzi, come tutte le altre strutture del corpo, è in crescita. In questa fase, il suo sviluppo è pilotato anche dalla funzione: se viene utilizzata poco perché gli alimenti processati richiedono poca masticazione e vengono ingeriti subito, il corpo sposterà le energie verso altri distretti, mettendone a rischio lo sviluppo completo. Per lo stesso motivo i denti e le gengive si rinforzano molto meno di quanto sarebbe necessario”.
Il secondo problema è la fragilità gengivale: la causa è sempre l’alimentazione?
“La fragilità dei tessuti gengivali può anche essere legata ad un dismetabolismo che accomuna purtroppo tutti i giovani adulti ed è dovuto ad un’alimentazione prevalentemente glucidica, con insufficienti quantità di fibre, proteine e vitamine e un’esagerata percentuale di carboidrati. Questo, insieme talvolta anche all’uso di alcolici in giovane età, va ad incidere sulla qualità e il trofismo delle gengive”.
Cosa dovrebbero fare i genitori perché l’organismo dei figli possa sviluppare al massimo le sue potenzialità di crescita? “Quando il danno è ormai fatto, è difficile dare delle linee guida valide per tutti: bisogna sempre capire come è stato possibile arrivare alla situazione che riscontriamo in ambulatorio, cercando la causa caso per caso. Certo, va detto e ripetuto che il nostro corpo si modella in base alle indicazioni che gli diamo, quindi l’imprinting nell’età giovanile è fondamentale per lo sviluppo di un adulto sano: alimentazione sana, igiene orale, attività fisica all’aria aperta sono le parole chiavi per tutti”. Perché dire no ai cibi preconfezionati, alle merendine, agli snack?
“Ci sono tanti motivi per cui il consumo di dolci e snack è aumentato a dismisura. Costano meno degli alimenti sani e bilanciati, incontrano il gusto dei bambini, sono soffici e permettono al genitore di risparmiare tempo. Spesso vengono usati con modalità ‘pdeusoeducative’, con atteggiamenti del tipo ‘Se metti in ordine, ti do una caramella’. Purtroppo non è vero che il bambino sceglie ciò che gli fa bene: come si educa allo sport, così si educa all’alimentazione, e i genitori dovrebbero ricominciare da questo”.
Anche il movimento ha un ruolo nello sviluppo osseo e quindi nella salute dei denti?
“Certo: l’esercizio fisico influisce positivamente sullo sviluppo dei denti e delle ossa facciali in generale. Nella nostra attività clinica osserviamo spesso, sempre nei giovani, una postura ‘stravaccata’: i muscoli del collo giocano un ruolo nella definizione della postura della mandibola in crescita. Se il ragazzo/a sta con la testa abbandonata, la mandibola si accascia: una corretta postura aiuta a sviluppare adeguatamente l’apparato stomatognatico. Lo sport è importantissimo in questo, così come stare all’aria aperta”.
Quindi stare fuori fa bene, anche d’inverno se fa freddo?
“Questo vale non solo per i bambini, ma anche per gli adulti. La vitamina D3 viene sintetizzata dal corpo a partire da un precursore, grazie all’irradiamento solare. Noi lavoriamo su strutture ossee e da un anno abbiamo deciso di dosare la vitamina d3 in tutti i casi che vengono sottoposti ad interventi di rigenerazione ossea. Tutti erano carenti. I nostri nonni, abituati al lavoro nei campi in tutte le stagioni, magari si ammalavano di carcinoma della pelle ma avevano ossa forti. Questa vitamina, un tempo ritenuta fondamentale solo per lo sviluppo osseo, è stata recentemente oggetto di studi che ne hanno rilevato il potenziale antineoplastico e di modulatore del sistema immunitario. Stare fuori fa diventare più forti, anche contro le malattie. Evitando di uscire con il freddo, anche se adeguatamente protetti, si crea un circolo vizioso per cui la carenza di vitamina D3 ci rende più fragili anche ad ammalarci di malattie da raffreddamento”.