Caterina ZarpellonCause, possibili cure e prevenzione di una malattia che nel Bassanese ha una media di insorgenza di 100 nuovi casi all’anno
Quando si parla di malattie della vista in età senile, il più delle volte si pensa immediatamente alla cataratta, uno dei problemi sicuramente più diffusi e più noti. Pochi sanno, tuttavia, che esiste una patologia forse più temibile, denominata degenerazione maculare senile, che colpisce soprattutto gli ultrasettantenni, ma che nei casi più precoci si può riscontrare anche negli over 50. Si tratta di una patologia piuttosto grave, che porta progressivamente alla perdita della “visione centrale”, impedendo di fatto all’occhio di vedere le figure poste al centro dello sguardo. L’effetto che ne deriva è simile a quello osservabile quando, proprio nel bel mezzo di uno specchio, si forma una macchia di vapore che offusca l’immagine riflessa.
All’interno del territorio dell’AUlss 3 di Bassano attualmente sono circa quattrocento i pazienti in cura per questo disturbo, per il quale si registra un tasso di insorgenza di circa cento nuovi casi all’anno. A spiegare in maniera approfondita e scientifica le cause, le possibili cure e i metodi di prevenzione per la degenerazione maculare senile sono la dottoressa Simonetta Morselli, oculista e primario del dipartimento di Chirurgia Specialistica dell’ospedale San Bassiano, e il dottor Ezio Cappello, responsabile dell’ambulatorio specialistico creato, all’interno del nosocomio cittadino, per seguire i pazienti affetti da tale patologia. Una malattia che viene identificata solitamente grazie all’esame del fondo oculare, il quale consente di individuare nelle fasi iniziali delle macchie giallastre, dette Drusen, che si formano nella retina.
La malattia, come ricordano i due medici, può tuttavia manifestarsi in due modi diversi.
“Innanzitutto – precisa infatti la dottoressa Morselli – va detto che la degenerazione maculare si divide in due tipologie: quella di tipo secco e quella di tipo umido”.
Dott.ssa Morselli, quali sono le differenze tra queste due manifestazioni della degenerazione maculare?
“Possiamo dire che nella degenerazione maculare di tipo secco la retina va incontro ad una sorta di atrofia: i recettori nervosi scompaiono a poco a poco come un prato che forma chiazze senza erba, impedendo all’occhio di avere una visione accettabile, in quanto porta alla cecità per le immagini centrali. Questo tipo di degenerazione ha una progressione più lenta rispetto all’altra, ma per essa, al momento, non esiste purtroppo nessuna cura, anche se sono in corso studi su farmaci che impediscano la morte delle cellule retiniche. Speriamo possano essere disponibili nei prossimi anni”.
Quali sono invece le caratteristiche della degenerazione maculare di tipo umido?
“In questo secondo caso il problema nasce da un riversamento di siero o di sangue che si raccoglie in maniera anomala sotto la retina. L’esito di questo processo è una cicatrice con conseguente perdita della visione centrale. Per questa forma di degenerazione tuttavia, a differenza di quanto accade nella prima situazione, c’è la possibilità di attuare delle terapie che puntano ad asciugare il siero. Per far questo vengono utilizzati dei farmaci molto costosi (il loro prezzo è di circa 735 euro a dose) che vengono iniettati all’interno dell’occhio”.
Quanto dura la terapia?
“Sarebbe auspicabile continuare con le iniezioni sino a che il siero non si asciuga del tutto – osserva il dott. Cappello -. In genere ai nostri pazienti vengono somministrate almeno sei dosi all’anno. I malati poi vengono seguiti e controllati anche dopo la fine del trattamento e rimangono in osservazione praticamente per tutta la vita. Per il bacino d’utenza dell’Aussl 3 queste operazioni vengono eseguite all’interno del nostro ospedale, in un ambulatorio dedicato alla patologia in questione. In questo spazio vengono eseguite visite specialistiche per effettuare le diagnosi, per fare le iniezioni e per provvedere ai controlli periodici, necessari per scongiurare la possibilità di recidive. Nel corso del 2013 abbiamo avuto circa 400 pazienti in trattamento e la media di nuovi casi è stata di 8 al mese: ciò significa che per questa malattia abbiamo un centinaio di nuovi pazienti ogni anno”.
Avete detto che non ci sono invece cure per la degenerazione maculare di tipo secco. Esistono tuttavia degli accorgimenti per ritardare o prevenire l’insorgere della malattia?
“Ad oggi si può solo cercare di prevenire il fenomeno che, come hanno dimostrato le ultime ricerche, è correlato anche allo stile di vita del paziente. Esistono, è vero, anche dei fattori ereditari che possono determinare l’insorgenza della malattia e per questo è stato messo a punto un test genetico ad hoc. Sicuramente tuttavia alcuni comportamenti possono accrescere le possibilità che il problema, prima o poi, si manifesti”.
Quali cause esterne possono aumentare il rischio di essere colpiti dalla degenerazione maculare?
“Alcuni studi americani hanno dimostrato e dato evidenza scientifica al fatto che esiste una stretta correlazione tra la degenerazione maculare – sia per quanto riguarda quella di tipo secco sia per quella di tipo umido – e vari fattori considerati “di rischio”, ossia il fumo di sigaretta, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, l’obesità, un’alimentazione povera di vitamine e l’esposizione ai raggi ultravioletti”.