
QUELLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ CHE FA LA DIFFERENZA
Ottenere un certificato che ci dia garanzia di elevati standard operativi è sicuramente sinonimo di qualità. Chi non vorrebbe avere la certezza, soprattutto in campo sanitario, che le procedure eseguite dai medici siano universalmente riconosciute come buone pratiche, rispondenti al sapere e alla tecnologia sempre al passo con i tempi? Del resto, sulla salute, non si scherza. In questo, l’ospedale “San Bassiano” è un passo in avanti. Non solo per le attrezzature d’avanguardia, (continue inaugurazioni di impianti, macchinari, spazi) ma anche per i bravi professionisti ai quali accorrono spesso pazienti da fuori regione.
Uno dei tanti esempi è l’Unità Operativa Complessa di Urologia, diretta dal dottor Antonio Celia. Ogni anno sono oltre 200 i pazienti trattati al San Bassiano, come detto, almeno il 40% dei quali proveniente da altre ULSS. In totale, nella nostra regione, sono circa 3.000 i nuovi casi all’anno. Un dato considerevole.
Ma torniamo all’importante certificazione che rappresenta un punto di partenza, di rilancio, come è stato sottolineato alla consegna della certificazione UNI EN ISO 9001:2015 del Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (PDTA) per il tumore della prostata, rilasciata dall’Organismo CSQA Certificazioni.
In parole povere, ciò garantisce al paziente di essere seguito da un team multidisciplinare in tutte le fasi del percorso di cura, dalla diagnosi al trattamento ed al follow up, secondo un approccio integrato, sempre più a misura di paziente. Soddisfazione da parte del Direttore Generale dell’Ulss7 Pedemontana Carlo Bramezza che ha definito l’importante traguardo come un “processo che fa avvicinare sempre più il settore pubblico a quello privato”, ricordando che l’offerta sanitaria è già in gran parte certificata e che in questo, l’Ulss7 fa un po’ da apripista in Veneto. Il direttore sanitario dottor Antonio di Caprio ha posto l’accento su come la consegna della certificazione sia stata, di fatto, “la giornata conclusiva a coronamento di uno sforzo condiviso, iniziato qualche anno fa, dove a lavorare periodicamente insieme, sono state diverse figure di professionisti altamente qualificati”. “Più che di medaglia, parlerei di impegno”, è stata la frase di apertura del dottor Antonio Celia (coordinatore dell’equipe interdisciplinare), che ha inteso mettere in evidenza come la malattia oncologica -tumore alla prostata- colpisca, rispetto a qualche anno fa, pazienti sempre più giovani e come quindi la certificazione stessa diventi percorso importantissimo, quasi una tappa d’obbligo. Il dottor Franco Bassan, direttore dell’Oncologia dell’ospedale di Santorso e Coordinatore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’ULSS 7 Pedemontana ha parlato di un “grandissimo risultato perché costituisce uno stimolo al miglioramento continuo, rafforzando la collaborazione già esistente tra gli specialisti e le unità operative. Uno strumento di crescita per le figure professionali coinvolte e per gli ospedali, oltre che un salto di qualità importante dal punto di vista del paziente.”
Ma andiamo con ordine e vediamo qual è la procedura certificata e l’iter da seguire da parte del paziente. Per prima cosa vi è una visita specialista in Urologia, su prescrizione del medico di Medicina Generale. Sulla base dell’esito della valutazione clinica, lo specialista può prescrivere alcuni esami diagnostici di secondo livello (ecografica addominale, uroflussometria, PSA ed esami delle urine), i cui risultati saranno valutati con una successiva visita di controllo. Sulla base delle informazioni, il paziente può essere sottoposto a ulteriori accertamenti o essere inserito in un percorso di controllo periodico. In caso di esito positivo della biopsia, il PDTA prevede diverse opzioni terapeutiche, in base alla diagnosi: l’inserimento in un percorso di controlli periodici, l’intervento chirurgico, il trattamento radioterapico (anche in questo caso con diverse opzioni) o ancora l’ablazione del tumore. Dopo la fase terapeutica, il PDTA prevede quindi il follow up, con il monitoraggio periodico delle condizioni del paziente.
Insomma, un percorso importante e ben strutturato, di altissima qualità anche grazie all’ultimo step, ovvero il riconoscimento della qualità stessa che l’Ulss7 Pedemontana ora possiede, arrivato da un osservatorio preposto esterno. Una scelta di responsabilità e trasparenza, che è stata resa possibile grazie anche alla partnership tra pubblico e privato nel settore sanitario, che ha incluso il sostegno incondizionato di Astellas Pharma e il supporto tecnico-organizzativo di OPT Srl.